Itinerari in Moto: la tua vacanza su due ruote in Abruzzo

Itinerario in moto tra il verdeSe fai una vacanza in motocicletta il paesaggio che ti circonda assume un aspetto completamente diverso. Quando sei in un abitacolo vedi il paesaggio dentro una cornice, sei un osservatore passivo ed il paesaggio che corre accanto è racchiuso come in uno schermo, in moto invece la cornice non c’è e il tuo sguardo spazia completamente intorno a te.

Non sei più uno spettatore, sei invece sulla scena e la sensazione che si riceve è travolgente. In questo modo tutto ciò che ti circonda fa parte di te vedi i colori, senti gli odori e i rumori.

Se percorri una strada costiera abruzzese vedi le mille luci della costa il mare, le spiagge lunghe e attrezzate, la costa dei trabocchi, le coste rocciose, i piccoli golfi, le insenature. Se percorri invece una strada interna l’odore dei pascoli, si mescola al profumo dei fiori, ascolti il fruscio delle chiome degli alberi, odi il richiamo degli animali che abitano i parchi e le aree protette.

 

Da Campli a Civitella del Tronto passando per Campovalano

Panorama di CampliCampli e Civitella del Tronto si affacciano sulla Val Vibrata e sulla Valle del Salinello con belle vedute non solo del Gran Sasso, ma anche dei Monti della Laga e della Montagna dei Fiori. Questo è un percorso ricco di fascino che mostra, nella tradizione popolare ed architettonica di queste cittadine, una simbiosi tra la cultura originaria abruzzese e quella marchigiana. Con questo tour in pochi chilometri si visitano due delle più belle cittadine d'arte abruzzese.

Campli è un piccolo scrigno di architetture medioevali con le sue chiese e i suoi palazzi signorili. Lungo il corso troviamo "la casa del farmacista" con la sua bella loggia, "la casa del medico" con uno stupendo e raccolto cortile e il quattrocentesco Palazzo Farnese con un bel portico ad archi a tutto sesto e eleganti trifore.

È d'obbligo una visita all'ex cattedrale di Santa Maria In Platea, eretta a Collegiata nel 1935, alla chiesa di san Francesco, già esistente all'inizio del Trecento; alla Scala Santa presso la chiesa di San Paolo e la chiesa di San Giovanni. Merita una capatina anche il Museo Archeologico in cui sono raccolti i reperti e i corredi italici (III a.C.) della necropoli di Campovalano.

Campovalano è una piccola frazione di Campli, ma oltre duemila anni fa era uno dei più importanti centri delle genti Picene, che abitarono la vallata prima dell'arrivo dei romani. Gli Archeologi hanno scoperto, nella vasta pianura, una grande Necropoli (si parla di oltre duemila tombe), dove i Piceni dettero sepoltura durante i secoli, ai loro defunti. Non si tratta, purtroppo, di un luogo aperto al pubblico, poiché i lavori sono ancora in corso.

Dal 1967 in poi, sono state rinvenute innumerevoli tombe e fosse, riempite con grossi sassi e, in più casi, inscritte in circoli di pietre. A partire dal X secolo a.C., fino al II, i corredi - molti dei quali assai ricchi - testimoniano l'imponente presenza di una civiltà affine a quella Picena, ma con connotazioni ed esiti autoctoni, che costituisce un "caso archeologico" di notevolissima consistenza.

In dieci minuti si giunge a Civitella del Tronto con signorili abitazioni medioevali e rinascimentali che contrastano con la severa mole della Fortezza posta in un colle che guarda la montagna dei Fiori, Campli, il Monte dell'Ascensione ed il mare.

La Fortezza voluta da Filippo II di Spagna a difesa del borgo è situata in posizione strategica per il controllo dei confini con lo Stato Pontificio, ed è stata teatro di storiche resistenze, l'ultima delle quali vide la fortezza estremo baluardo della denominazione borbonica che ebbe fine per mano dei piemontesi nella primavera del 1861.

 

Da Ortona a Taranta Peligna attraverso i segni del passato e la natura incontaminata

Panorama di OrtonaPunto di partenza di questo giro turistico è la città di Ortona, centro marinaro di antichissime origini situato su un promontorio che domina il mare posto sulla costa teatina. La sua splendida posizione geografica ne ha sempre fatto una città privilegiata, ma anche ambita dai nemici e la sua storia è piena di battaglie, assedi incendi e distruzioni.

Da vedere il castello Aragonese eretto nel XV secolo a difesa del porto da Ferdinando D'Aragona su una poderosa rupe che domina il mare, la cattedrale di San Tommaso con il suo portale gotico, il Palazzo Farnese (sec. XVI), la Pinacoteca Cascella.

Correndo lungo una strada che fiancheggia le spiagge, ora ghiaiose ora sabbiose con falesie a picco sul mare, si incontrano i vecchi trabocchi, antiche attrezzature fisse per la pesca di scogliera (reti quadrate sospese a un traliccio di legno). Ricordiamo il trabocco di Punta Cavalluccio a Rocca San Giovanni e il trabocco di Punta Turchino a San Vito.

Poco prima di giungere a San Vito, sulla sinistra della statale, sorge l'Eremo del "Trionfo della morte", una casa rustica in cui D'Annunzio ambientò l'ultima parte del romanzo. Dopo pochi chilometri si incontra la monumentale abbazia di S. Giovanni in Venere, che si erge isolata su un'altura prospiciente il mare, con ampia veduta panoramica sul Golfo di Venere.

L'abbazia, sorta non più tardi del sec. VII su ruderi di un tempio dedicato a Venere Conciliatrice, fu ricostruita nel 1165 e rimaneggiata in forme gotico – cistercensi.

Proseguendo per circa 14 km verso l'interno, si giunge a Lanciano, importante centro agricolo, commerciale e industriale della zona del Sangro. L'antica Anxanum dei Frentani fu ben nota già nel Medioevo per le attività artigianali e per le fiere e della sua lunga storia si conservano numerosi monumenti.

Da visitare: la bella piazza del Plebiscito, su cui affaccia la chiesa S. Maria del Ponte dedicata alla patrona della città. Nel suo interno vi si conservano tele del XVIII e XIX sec. e arredi sacri del 1400 e 1500.

Al lato della chiesa è la torre campanaria. Da vedere anche chiesa di San Francesco, del 1258, che deve la sua notorietà all'episodio del Miracolo Eucaristico. Le reliquie sono custodite in un padiglione posto sull'altare maggiore, accanto vi è una epigrafe in cui è narrato l'episodio. Cominciando a salire arriviamo alla Grotta del Cavallone a Taranta Peligna.

Questa grotta si trova a 1450 m e l'ingresso è facilitato da una telecabina. Sia per il complesso di cavità naturali, che per la selvaggia maestosità dello scenario, D'Annunzio la predilesse per ambientarvi il secondo atto de "La Figlia di Jorio".

 La Sala di Aligi, L'Angelo Muto, la Selva Incantata, la Sala delle Fate, il Laghetto di Ornella, L'eremo di Cosma così D'annunzio nella Figlia di Iorio descrive il cuore duro della Majella.

 

Dagli Altipiani Maggiori d'Abruzzo a Roccascalegna: una natura superba, un castello fantastico

Il castello di RoccascalegnaChi scende dagli Altipiani Maggiori d'Abruzzo verso Palena e prende per Torricella Peligna, gode di uno spettacolo superbo: la Valle dell'Aventino corre a sinistra delimitata dal massiccio della Majella mentre la strada, lungo un percorso che ricalca gli antichi sentieri tratturali, attraversa pianori montani in un silenzio immenso, tra il verde che riempie occhi e appaga.

Le ultime balze dei Monti Pizi e macchie di bosco che si alternano a pascoli d'altura, l'orizzonte che in fondo sulle ultime linee collinari cerca il mare, e il versante orientale della montagna Madre che sempre più si svela in tutta la sua possanza. Un paesaggio secolare che non appare mutato nell'antica fisionomia. Profumi di natura e immagini che richiamano alla mente visioni d'altri tempi.

Lungo questo itinerario, fuori da percorsi banali e ricostruiti, chi ricerca in sé, e nel tempo e nei luoghi, si muove alla scoperta di posti mai visti, atmosfere autentiche, e borghi dai nomi che sembrano usciti da un romanzo epico: Fallascoso, Montenerodomo, Civitaluparella, Gessopalena e un castello impossibile, sopravvissuto e recuperato a nuova bellezza, quello di Roccascalegna Il piccolo borgo nascosto tra i colli che lo cingono, in una natura nascosta, t'appare quando oramai ci sei dentro.

Qui, in un giorno di sole, caldo, con l'azzurro ad accendere i colori dei fiori e dell'antico, la tranquillità del luogo che senti tua, tra la cortesia della gente, l'antico maniero, costruito intorno al XI-XII secolo, t'attende per raccontarti, come portata dal vento della valle, una leggenda fatta di storia e di favola che ancora perdura tra la gente del posto.