Artigianato abruzzese: oreficeria, pietra e tessitura

 

Oreficeria

Un pregiato lavoro d'oreficeria in oro e pietre prezioseUna tradizione ancora tanto viva in Abruzzo, che ha mantenuto un forte legame con il passato. La cultura della regione è intrisa di quest'arte. La produzione di oggetti sacri, vere opere d'arte di notevole pregio e bellezza (croci astili, calici, ostensori eucaristici), documentano l'opera di artisti come Nicola da Guardiagrele e sono espressione della religiosità abruzzese. Attraverso i prodotti dell'artigianato orafo è possibile dunque ricostruire aspetti delle tradizioni abruzzesi.

Essi raccontano la vita e l'attività delle comunità. Oro, argento, pietre preziose hanno avuto sempre un significato sacrale simbolico collegato ai culti e alle cerimonie delle popolazioni. Un significato e un impiego che trasmodano il puro senso di decorazione della persona: una funzione magica di difesa.

Era importante il loro ruolo apotropaico, di protezione dagli influssi negativi e dai malefici. Tutti i gioielli avevano questa doppia valenza, estetica e magica: gli orecchini scacciavano il malocchio e con il loro tintinnio dovevano allontanare gli spiriti del male.

Alla corniola, incastonata in un arabesco di filigrana o racchiusa in un anello fuso in osso di seppia, veniva affidata la protezione della salute. La presentosa posta sul petto delle donne proteggeva il cuore. La produzione di tipo tradizionale è caratterizzata, nel tempo, dalla realizzazione di manufatti in filigrana, ma anche dalle tecniche della fusione, dello sbalzo e del cesello. Botteghe e nuovi laboratori continuano a produrre preziosi manufatti.

Gli esemplari tradizionali sono: la "cannatora", collana girocollo che viene realizzata sia con vaghi in filigrana, che in lamina stampata a sbalzo e decorata con piccoli granuli sovrapposti; le "ciarcèlle" o le "sciacquajje" orecchini a navicella lavorati a traforo, che mostrano figure centrali come mascheroni, uccelli e motivi floreali, allusivi di prosperità e benessere (Pescocostanzo e Scanno); la "presentosa", un medaglione a forma di stella laminato e filigranato, con al centro due cuori, simbolo e promessa di amore.

In alcuni centri di produzione la lavorazione della filigrana è privilegiata, come a Pescocostanzo, Guardiagrele e Sulmona, in altri la preferenza va alla micro-fusione ed è utilizzato anche l'argento come a Scanno, derivando i gioielli scannesi dagli accessori (bottoni e fermagli vari) dell'antico costume femminile e dell'abbigliamento maschile; i numerosi amuleti realizzati in filigrana, spesso in argento, che in passato erano riservati al mondo dell'infanzia (la ranocchiella, San Donato, la chiave, il crescente lunare, la stella, il cuore, il cornetto).

Anche L'Aquila, dove l'arte orefice nei secoli scorsi ha avuto un ruolo importante, continua ad essere un centro di produzione. A questi gioielli oggi si affiancano nuove realizzazioni frutto di creatività, ricerca e nuova tecnologia.

 

Pietra

Raccolta della pietraIn Abruzzo l'uomo ha convissuto con la montagna, dalla quale fin dagli albori ha estratto la pietra che successivamente ha imparato a lavorare, diventata poi l'elemento decorativo portante della cultura abruzzese, materia prima per la realizzazione di opere di grande valore artistico. Da un materiale povero i maestri abruzzesi sono stati capaci di produrre manufatti di pregevole interesse artistico e culturale che hanno caratterizzato i tratti del paesaggio abruzzese.

Hanno scolpito la pietra bianca locale fin dall'epoca romana ed hanno saputo realizzare monumentali o semplici luoghi di culto, strutture difensive e palazzi baronali con fregi e decori, opere statuarie. Con la pietra hanno dato vita a suggestive creazioni, hanno costruito borghi, castelli e centri storici. Le strade e le piazze e le facciate delle case padronali delle città d'arte e degli arroccamenti sui monti ancora oggi recano la loro opera: mascheroni apotropaici, stemmi nobiliari, rosoni sono i motivi più ricorrenti.

Un patrimonio d'arte e di storia di cui l'Abruzzo è ricco e che documenta la capacità di progetto, la creatività, la perfezione di linee, il genio di noti artisti e di tanti artigiani senza nome. Una tradizione che continua. Scolpire la pietra è un'attività che ancora accomuna tanti artigiani, intagliatori e scalpellini, soprattutto in alcuni centri alle falde della Majella, ma anche in altri laboratori della regione.

I centri principali:

  • Lettomanoppello 
     
  • Pretoro
     
  • Pennapiedimonte
     
  • Pacentro
     
  • Frattoli a Crognaleto (Teramo)
     
  • Poggio Picenze (L'Aquila) 
     
  • Pescocostanzo

 

Tessitura

Un telaioLa pastorizia è stata un'attività preminente in Abruzzo. Una regione quindi che disponeva di un'abbondante produzione laniera grazie alla fiorente industria armentizia, non poteva non utilizzare la lana anche in campo artistico. La transumanza ha caratterizzato per secoli la vita dei pastori. Lungo i tratturi, le vie armentizie per le quali si menavano le gregge sui pascoli della Puglia, insostituibile mezzo di comunicazione fra civiltà diverse, sono risaliti usi, tradizioni, forme culturali, modelli espressivi.

Proprio da qui sembra essere arrivata la lavorazione del tappeto a Pescocostanzo. Schiave turche, acquistate sui mercati pugliesi dalle famiglie facoltose del paese, insegnarono alle donne locali quest'arte ora purtroppo dismessa. Anche le "tarante", coperte di lana pesanti e colorate, senza "dritto" nè "rovescio", tessute a mano dagli artigiani di Taranta Peligna, sono legate alla pastorizia; come i paliotti e le coperte di Tossicia.

Arazzi, tappeti, coperte sono i manufatti della tessitura, che è passata nei secoli per le mani operose delle donne, da Scanno a Pescocostanzo a Taranta Peligna, Castel di Sangro, Fara San Martino, Lanciano, Bucchianico, Sulmona, Castel del Monte, Pietracamela, Nereto, Penne, principali centri di produzione. Quasi in ogni casa si trovava il telaio sul quale si intesseva il corredo per le giovani spose.

Oggi, seppure in forma ristretta, l'attività continua. La bottega dell'artigiano tessile tradizionale presente nel territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo e in quello della Majella offre una gamma di prodotti fatti a mano su telaio, con filati ecologici come pure la canapa, il cotone, il lino.

Centri ancora attivi:

  • Taranta Peligna (coperte, tappeti, tele rustiche)
     
  • Tossicia/Loc. Azzimano (paliotti tessuti a mano e coperte)
     
  • Sulmona (tappeti e coperte)
     
  • Penne (arazzi)
     
  • Civitella Alfedena (artigianato tessile tradizionale)